Lasciamo per un momento il centro storico e, attraversando il passaggio “Lu purtone de Giuliane”, ci ritroviamo su Corso Matteotti (il giro esterno) e proseguendo verso nord a destra, dopo pochi metri ci re immettiamo nell’antico borgo.
Su queste lastre di pietra (Chianche) possiamo immaginare e riascoltare lo scalpitio degli zoccoli dell’asino al rientrare dal lavoro o, in tempi meno remoti, lo sfregare degli scarponi chiodati dei minatori alla fine del turno di lavoro.
Ci piace immaginare che questo rientro era accompagnato dai saluti all’artigiano nella bottega o alla comare affacciata alla porta in realtà la chiazza oltre che una via di transito era parte comune, condivisa una estensione della propria abitazione.
Una testimonianza dei tanti artigiani oramai scomparsi, ce l’abbiamo in via Basalemme, dove resiste un liutaio specializzato nella costruzione della “chitarra battente” e gli auguriamo di altri oggetti; in questi paraggi è possibile notare un esempio meglio conservato di abitazione ante prima guerra.
